Mike Chapman, direttore del design di Sea of Thieves, un gioco mmorpg ispirato alla vita marinaresca dei pirati uscito il 20 marzo 2018, ha parlato dell’approccio alle microtransazioni presente nel gioco.

Ci tiene a precisare immediatamente che sebbene probabilmente le microtransazioni verranno considerate, non si vedranno mai le tanto vituperate loot boxes.

Altri elementi esclusi a priori saranno le logiche pay-to-win o riconducibili al concetto di ”scommessa”.

Inoltre si spende a descrivere la visione del team di sviluppo sugli elementi cosmetici e sui principi che li devono regolare.

Gli elementi acquistabili non saranno mai strumenti di successo per il gameplay ma esclusivamente ornamentali, sempre in linea con il design, lo stile ed il tono del mondo che si descrive. Particolare attenzione verrà mostrata nell’evitare che qualsiasi diretta o indiretta conseguenza della presenza in gioco di elementi acquistabili possa dividere la playerbase.

Il fatto che i produttori di videogiochi si scapicollino a dimostrare quanto sia equo e corretto il sistema di microtransazioni del loro gioco è un buon segno, dimostrazione del fatto che il tema è stato preso molto seriamente dall’industria videoludica.

E ciò a sua volta è stato un effetto di ciò che chiamano “votare col portafoglio”.

Ancora una volta grazie a noi videogiocatori ed alla nostra fermezza nel combattere la battaglia giusta.