La quarantena è un esercizio di pazienza e concentrazione, e di superamento dei propri limiti.
Anche io quando l’ho iniziata pensavo che in fondo sarebbe stata qualcosa di spiacevole ma di poco impegnativo; alla fine si trattava soltanto di stare da soli per un certo periodo.
La parte più dura, pensavo, sarebbe stata rinunciare a dei vizi e delle comodità che però erano esornative rispetto ad una vita comunque agiata e piacevole.
Invece a sorpresa questo periodo mi ha presentato ostacoli che mi hanno spronato a superare difficoltà e mie mancanze personali, prima di tutte la mia perenne insofferenza.
No, non devo sopportare nessuno perchè in questa casa di Milano vivo da solo.
La quarantena mi ha messo di fronte al mio più grande nemico: i miei limiti fisici con i quali non sono mai andato d’accordo.
Quando tutto questo è iniziato mi sono detto fra me e me “dai magari riesci a fare un pò di cose che ti piacciono in questo periodo”.
Nelle ultime settimane ho sostenuto giornate lavorative molto prolungate, tanto da indurre ad un ciclo lavoro, cibo, sonno senza interruzioni.
Ciò è possibile soprattutto a causa dell’assenza di quelle “pause forzate” dovute alle necessità logistiche: usare i trasporti urbani per andare al lavoro, spostarsi per mangiare nell’ora di pausa pranzo.
A questo si aggiunge la mia attività preferita: i videogiochi.
Essi sfortunatamente sottopongono il mio corpo allo stesso tipo di sollecitazioni presenti nella giornata lavorativa.
A mettere la ciliegina sulla torta è il mio stato fisico ingravescente di un trentasettenne che non riesce più a tenere i ritmi indiavolati dell’ambiente attorno a sè e delle proprie aspettative.
Esempio pratico di tutto ciò è il mal di braccia che mi accompagna da molto tempo, sicuramente indotto dalla cervicale iperstimolata da una grossa attività lavorativa e presumibilmente da una postura non ottimale.
Riesco solo parzialmente a compensare tutto questo con la poca ginnastica indoor che riesco a fare.
Ma non è tutto: credo che in realtà una grossa componente della situazione attuale sia la mia insofferenza alla costrizione tout court.
Gran parte della mia personalità si impernia su un forte senso di indipendenza.
Non fare certe azioni o essere limitato non è esattamente ciò che mi mette in crisi; è qualcosa di più sottile.
E’ la consapevolezza di non avere la possibilità di fare quello che voglio.
Proprio questa mi è odiosa a priori.
E’ come vivere in un stanza molto piccola ed essere un appassionato di feste in casa.
Paradossale ma emblematico: i miei dolori peggiori sono psicosomatici.
Mi auguro che stiate apprezzando questa rubrica, fatemi sapere cosa ne pensate in qualche modo
– Joliet Jake
Aprile 17, 2020 @ 5:58 pm
ok. Ciò che scrivi denota grande apertura e capacità introspettiva ed extrospettiva. Buono, questo è bello , ma permetti di aggiungere i miei pensieri ai tuoi.
C’è una importante differenza tra ESSERE SOLO e SOLITUDINE. Nella letteratura sia psicologica che esoterica Il primo è uno stato di coscienza il secondo una condiziona mentale.
ESSERE SOLO: E’ LA CARATTERISTICA PRIMARIA DI OGNI ESSERE UMANO… Lo è anche quella di morire ma è futuro e quindi non attuale e quindi non esiste. Esiste sempre con te l’essere solo, quando ti sei formato, quando sei nato, quando al massimi ti sei “accompagnato” a qualcuno/a , quando invecchierai e quando morirai. Sarai TU, che ti muovi con un veicolo di corpo, mente, emozioni e spirito. In questo non c’è tristezza, E’ COSI’ e non c’è nemmeno allegria, E’ COSI’. Poi posso scegliere di viverlo bene o male e quello lo scelgo io.
SENTIRE LA SOLITUDINE è tutt’altra cosa. E’ parto e frutto della mente, una sensazione illusoria che ti spinge a fare azioni e muoverti per preservare il tuo stato sociale, il tuo bisogno di appartenenza, e uniformarti a ciò con cui sei cresciuto ed educato. Un bimbo nato e cresciuto da solo su una isola deserta non conosce la solitudine.. E infine si può sentire la solitudine anche in mezzo a migliaia di persone, anzi, è quella peggiore.
Ci sarebbe da scrivere per anni e basta leggere OSHO o PATANJALI per comprendere QUANTO E’ GROSSO QUESTO FARDELLO PER L’UMANITA’ e anche per comprendere che il bello è che NON ESISTE.
Salto circa 25 mila parole che potrei e vorrei scrivere per arrivare al dunque.
COME SI FA’? come si affronta la solitudine?
Come tutti gli stati mentali non si affronta direttamente con la mente perchè userei le sue stesse armi.. Parlando con te mi posso spiegare come la mummia di Tomb Rider che copia i movimenti… Non c’era modo se non quello di ingannarla.
E come fare… qui Russia risponde in un modo, l’occidente in un altro, l’antica cina e il suo zen in un altro e il Giappone col suo Reiki, e infine l’India con la prorompente saggezza millenaria dei VEDA.
Quale via seguire, quale ascoltare? Vanno tutte bene, o nessuna…
I VEDA indiani non avevano male alle braccia per uso del pc, questo per dire che a noi occidentali nn è concesso adottare così paro paro quelle filosofie antiche. Ma possiamo fare una cosa meravigliosa: COMUNICARE!
Attenzione, NON PARLARE, ma comunicare, che è un’arte antica e difficilissima che abbiamo perso.
Io sto concludendo il mio 6 anno di una difficile scuola di comunicazione aTorino, e le cose che si scoprono nella vera comunicazione sono immense.
Tornando ai problemi dell’uomo di oggi, beh un suggerimento importante è che E’ GIUSTO PARLARE DEI PROPRI PROBLEMI ed ESTERNARLI, anzi è il primo passo, ma è corretto comunicarli solo agli addetti ai lavori. Gli altri non possono solo che annuire o compatire dolcemente e con amore ,m a con scersi risultati oggettivi.
Riguardo alla tua comunicazione Filippo, ti capisco, anche io posso sopportare le più grandi sciagure e malanni e scalogne, e ne ho dato prova, ma quando mi mettono in una condizione di NON POTER FARE, allora do di matto e divento molto reattivo, e questo è essenzialmente perchè quelle persone che hanno deciso per me, non godono della mia fiducia… E la fiducia è un altro bel tema… Ma mi fermo, se no esaurisco i tera del server…
Grazie per questa comunicazione e se vuoi sarò felice di comunicare con te in merito o su altre tematiche.
Ci sono bellissime e facili tecniche da fare per rimanere un pò oiù connessi e non farci prendere dalla mente e perdere la cosa che più ci è cara.. noi stessi. Se vuoi te ne suggerisco qualcuna, ma solo se vuoi.
ciao e grazie.
PS: finito until dawn… solo 3 motri,, mica male..